Tenuta all’aria e blower door test: come e perché

Abbiamo capito dai precedenti articoli che una buona tenuta all’aria, unita ad un buon involucro, assicura migliori prestazioni energetiche ed è imprescindibile nel caso di VMC: quest’ultima infatti crea differenze di pressione tra i vari locali della stanza, che devono compensarsi senza richiamare aria dall’esterno.

Infiltrazioni

Al termine di ogni costruzione si può eseguire un blower door test per verificare la tenuta all’aria dell’involucro; oltretutto questo test è obbligatorio in ogni certificazione CasaClima, e il raggiungimento di una determinata classe energetica è vincolato al superamento delle soglie imposte dall’Agenzia altoatesina.

Tabella valori limite

Il test consiste nel porre l’edificio sigillato sia in pressione che in depressione, con una Δp costante di 50 Pascal, attraverso una speciale macchina ventilatrice. Vengono nel frattempo misurati i m3/h che passano attraverso la ventola per mantenere costante questa differenza di pressione. La portata si ricava da una curva pressione-portata che si ottiene in laboratorio durante la taratura della macchina. Il ricambio orario di aria viene poi messo a confronto con il volume netto della casa.

Un buon risultato, nel mondo reale, vorrebbe che in un’ora di questo test venisse espulso o immesso al massimo un volume d’aria pari a quello netto dell’edificio. Infatti questo rapporto, denominato n50, dev’essere al massimo 1 per le CasaClima Classe A, mentre deve essere inferiore a 0,6 per le CasaClima Classe GOLD e le Passivhaus.

Blower door

Vi assicuro che per ogni Impresa di costruzioni e per tutti coloro che hanno lavorato in cantiere questo test è come andare ai rigori, senza contare che potrebbero esserci clausole contrattuali legate al suo esito.
Potreste trovarvi nel mezzo di uno scaricabarile tra il costruttore, il serramentista, l’elettricista e l’idraulico, o tra il fuoco incrociato di Direzione Lavori e Committenza; è importante che ogni figura conosca prima di tutto quali siano gli obiettivi da raggiungere e il modo in cui possano essere raggiunti. Il tecnico preposto deve anticipare i loro possibili errori, come ad esempio forare una parete quando magari sono stati già predisposti dei cavidotti, oppure non eseguire i sormonti negli incroci delle guarnizioni, o usare un prodotto che appare simile a quello richiesto credendo che non faccia differenza. Nel blower door TUTTI i nodi vengono al pettine.

Chiaramente non è affatto detto che il test venga superato al primo colpo, ed è proprio per questo che sono molto utili i pre-test per individuare e risolvere i problemi dell’involucro prima di ultimare le finiture. Durante il test ci si servirà dunque di una macchina del fumo, di un anemometro oppure di una termocamera per ricercare i punti deboli; questa è una scienza a parte che comincia dalla teoria ma si avvale soprattutto dell’esperienza del tecnico, e non è l’argomento di questo post.

Nelle case in muratura di solito è l’intonaco interno a dare tenuta all’aria, e ci si deve preoccupare solamente di serramenti e impianti. La struttura delle case in legno invece è realizzata accoppiando dei moduli a secco; dunque ogni giunto deve essere sigillato, senza contare che la tenuta del modulo stesso non sempre è garantita, come per esempio nelle strutture a telaio.

Ma la tenuta all’aria non è solo fine al superamento del blower door test e al risparmio energetico. Durante la stagione fredda, quando l’aria interna è significativamente più calda dell’esterno e carica dell’umidità prodotta dalle normali attività quotidiane, si crea una differenza di pressione (seconda legge di Guy Lussac) tale da poter spingere l’aria verso l’esterno; la differenza di pressione viene anche indotta da una corrente d’aria che investe una determinata parete, generando una sovrappressione da quel lato e una depressione dal lato opposto.  In presenza di una falla l’aria trova una via d’uscita e porta con sé il vapore; l’aria calda e umida, nel suo percorso verso l’esterno, incontrerà superfici fredde, facendovi condensare le particelle di vapore. Tale condensa può portare nel tempo a formazione di muffe e funghi che potranno poi diffondersi sia all’esterno che all’interno dell’edificio, compromettendone durabilità e salubrità. Molti confondono questi sintomi con ammaloramenti causati da infiltrazioni di acqua, ma spesso non è così. Un tipico caso si ha con travi di copertura passanti: a tale scopo si utilizza la tecnica del passatrave o della trave passa fuori.

Ammaloramenti

Nel prossimo episodio vi racconterò quali sono, a mio avviso, i prodotti più adatti per la tenuta all’aria.

Daniele Pozzan

La ventilazione meccanica controllata: potenzialità

SCHEMA VMC
Ve lo avevo promesso ed ecco qui l’articoletto!
Prima di tutto: cos’è la ventilazione meccanica controllata (VMC)?
Si tratta di un sistema formato da un’unità centrale e da una rete di canalizzazioni che innerva l’edificio: l’unità centrale contiene i ventilatori in grado di mettere in moto l’aria, mentre le tubazioni portano a delle bocchette di ventilazione sparse per tutta la casa.
Alcune di queste bocchette aspirano l’aria, e vengono localizzate nei locali in cui si ha una maggiore produzione di umidità, come ad esempio nei bagni, nelle cucine e nelle lavanderie: sono dette bocchette di presa. Altre bocchette invece immettono nell’ambiente aria nuova, prelevata dall’esterno e filtrata da polveri e pollini (utilissimo in caso di allergie): sono dette bocchette di mandata, e vengono installate nei locali “nobili” come camere e salotti.
L’unità centrale è il cuore della VMC, e in essa avviene il miracolo energetico che tutti desideriamo, ovvero il recupero dell’energia. Come funziona? Sostanzialmente l’aria aspirata, che è viziata, umida ma anche calda, prima di essere espulsa cede il proprio calore all’aria fresca proveniente dall’esterno.
Ci sono vari metodi per raggiungere questo scopo e i rendimenti che si ottengono sono anche molto diversi tra loro. Gli apparecchi di ultima generazione permettono di recuperare anche il 90% del calore!

Recuperatore di calore

Veniamo ai vantaggi:
– l’aria è sempre fresca e pulita, come (anzi meglio) che aprendo le finestre;
– il calore non viene più disperso in modo incontrollato verso l’esterno;
– il movimento dell’aria, seppur difficilmente percettibile in quanto le portate in gioco sono molto basse, evita i ristagni di aria umida e la formazione di muffe;
– può essere usata (in parte, a volte, cum grano salis, dipende dai casi, con le dovute cautele) per il riscaldamento o meno di frequente per il raffrescamento; nel prossimo futuro prometto un approfondimento per i palati più tecnici.

Quando deve essere prevista la VMC?
Alcuni protocolli certificativi come CasaClima, per le classi A e GOLD in particolare, ritengono la VMC imprescindibile. La ventilazione viene consigliata di norma in ogni edificio che abbia una vocazione all’efficienza e al risparmio energetico. Si abbina bene con un edificio di classe energetica B, A o superiore, che abbia un buon valore di ermeticità, chiamata più spesso tenuta all’aria.
“COSA!? MA LA MIA CASA NON DEVE RESPIRARE!?” In un certo senso sì, ma non come usiamo pensare.
Il prossimo post farà chiarezza proprio su questo.

Daniele Pozzan